Diffusi i dati del Rapporto Irpet che mostrano il rallentamento dell’economia toscana nel 2023, con alcuni segnali di resilienza di settore
L’economia toscana, dopo due anni di ripresa post Covid, rallenta. Inflazione, tensioni geopolitiche, debolezza del commercio internazionale fra le cause dell’inversione di tendenza. Che non è per tutti i settori: se la produzione industriale è in calo, i segnali di tenuta e resilienza arrivano dal turismo e dalle esportazioni.
I dati del Rapporto Irpet
Nel 2023 il Pil regionale della Toscana ha leggermente superato quello del 2022 (+0,7%). L’economia toscana ha visto un rapporto domanda/offerta poco dinamico. I consumi sono aumentati dell’1,4% per via del maggior numero di occupati e dalle presenze turistiche; le imprese hanno investito solo un 1% in più perché sono diminuiti gli incentivi fiscali ed è aumentato il costo del credito. Le esportazioni sono aumentate di più (del 2,1%) ma sono superate dalle importazioni (+2,9%). In flessione la produzione industriale (-3,4%, contro il -2,5% a livello nazionale) a causa dell’indebolimento della domanda e dei costi ancora elevati dell’energia.
L’export
L’economia toscana risente un po’ anche del rallentamento delle esportazioni, che comunque restano positive. Dopo il +8,9% del primo trimestre sono passate al +1,6% nel terzo. Il dato dunque, facendo la media aritmetica, è complessivamente positivo: +3,9% (contro il -2% dell’export a livello nazionale). Ad essere aumentate sono state le esportazioni di farmaceutica (+46%), metallurgia (+32%), macchine (+12%), mezzi di trasporto (+5%), elettronica e meccanica di precisione (+2%), gioielli (+2%). In flessione invece l’export per quasi tutti i comparti del settore moda: calzature (-22%), maglieria (-13%), filati e tessuti (-12%), cuoio e pelletteria (-9%)e abbigliamento (-7%).
Il turismo
Nell’economia toscana ha un buon peso anche il turismo e il dato è positivo: nei primi 8 mesi del 2023 c’è stato un aumento del 5,3% di presenze rispetto allo stesso periodo 2022 (il dato nazionale si ferma al +4,6%). A trainare è stato il turismo straniero, tornato praticamente ai livelli del 2019: in Toscana l’aumento è stato del 14,7%, contro il 10,9% nazionale.
Occupazione
Fra gennaio e novembre 2023 il numero di dipendenti è aumentato del 3,1% rispetto al 2022, con andamenti diversificati per tipologia di contratto: il +4,2% dei lavoratori a tempo indeterminato compensa la complessiva stabilità del lavoro a termine. La crescita è spalmata fra tutti i settori: +3,9% agricoltura; +3,4% manifattura; +4,8% costruzioni e +2,9% terziario. Da segnalare, dopo l’estate, un’attenuazione della dinamica in particolare per pelletteria, calzature, lavorazione dei metalli, industria cartaria, chimica, gomma e plastica. Più problematica la situazione della concia, con andamento negativo fra settembre e novembre. Purtroppo i salari hanno avuto una perdita del potere d’acquisto del 2,1%. Sommata a quella dell’anno precedente (-5,6%), l’erosione provocata dall’inflazione supera il 7%.
Le previsioni per il biennio 2024-2025
L’economia toscana dovrebbe migliorare. Nel biennio 2024-25 la crescita del prodotto interno lordo regionale dovrebbe mantenersi sul +0,8%. Un’eventuale peggioramento delle tensioni geopolitiche però potrebbe ridurre la fiducia di famiglie e imprese e causare un ulteriore aumento dei costi delle materie prime energetiche.
Il commento del presidente della Regione Toscana
Lavoro, turismo ed esportazioni sono i punti di forza dell’economia toscana, che comunque ha subito e subisce gli effetti di una situazione internazionale complicata, degli aumenti del costo del denaro e dell’inflazione ancora alta. Il rapporto Irpet di quest’anno, dal titolo ‘Fra dinamiche congiunturali e previsioni: quali riflessi per l’economia toscana?’ presentato il 30 gennaio 2024 dice innanzitutto – afferma il presidente della Regione Eugenio Giani – che mai come nel 2023 la Toscana ha avuto tassi di occupazione così elevati. “Oggi il problema non è trovare lavoro ma trovare quelle specializzazioni che consentono di inserirsi con più soddisfazione nel mercato del lavoro. In secondo luogo le esportazioni: la Toscana regione delle esportazioni. Il sistema manifatturiero, quello artigianale, l’alta tecnologia e l’agricoltura consentono alla Toscana di occupare i primi posti a livello nazionale per vendite estere. Pur in un periodo così stabile a livello globale. Infine l’attrattività del brand Toscana: il turismo è tornato praticamente ai livelli pre pandemici. Accanto a tutto questo è chiaro il freno subito dall’economia; merita però sottolineare la capacità della Toscana di saper sfruttare l’effetto volano degli investimenti proveniente dai fondi europei e dalle risorse del Pnrr”.
L’assessore regionale all’economia
L’assessore regionale all’economia e turismo, Leonardo Marras, aggiunge: “pur con luci e ombre e con qualche performance della Toscana superiore alla media nazionale, dobbiamo guardare ai dati con obiettività e ammettere che, a causa delle crisi geopolitiche in corso, il Paese è ripiombato nella stagnazione, con crescita quasi piatta. In questo contesto la Toscana fa la propria parte, mantenendo buone performance nell’export, aiutata anche dai processi di internazionalizzazione favoriti da un turismo straniero in crescita. Un fattore che ci induce a guardare con un po’ di ottimismo al futuro, supportato anche dal buon andamento del mercato del lavoro, con la crescita dei contratti a tempo indeterminato. Per questo dobbiamo aggiungere una forte spinta all’innovazione che può garantire maggior competitività”.
L’analisi del direttore di Irpet
Il direttore di Irpet, Nicola Sciclone, analizzando i dati del rapporto, spiega sinteticamente: “il primo elemento da evidenziare è il rallentamento della crescita economica. Dopo due anni di grande brillantezza il Pil regionale crescerà solo dello 0,7% nel 2024 e dello 0,8% nell’anno successivo. Commercio internazionale più debole, stretta monetaria e soprattutto inflazione le cause principali. Tuttavia ci sono importanti segnali che provengono dal mercato del lavoro, che mostra dinamiche positive seppur con differenze settoriali. Buono l’andamento del turismo, trainato da quello straniero. E bene anche le esportazioni. All’interno di questo quadro generale emerge la riduzione del potere d’acquisto dei salari. Le imprese sono riuscite a mantenere pressoché inalterati i propri margini di guadagno, riversando gli aumenti dei prezzi delle materie prime sui prezzi di vendita. Il governo ha tentato di sopperire con la leva fiscale ma gli effetti sono stati sostanzialmente trascurabili. Esistono spazi di manovra attraverso le risorse nazionali e le misure che si possono finanziare con quelle comunitarie e del Pnrr, con effetti positivi sul Pil, sulla coesione e sulla riduzione delle disuguaglianze sociali”.
Il rapporto completo: http://www.irpet.it/wp-content/uploads/2024/01/irpet-relazione-annuale-30-01-2024_web.pdf