Grazie ai tirocini formativi realizzati dai consulenti del lavoro si sono creati 30.000 posti di lavoro per i giovani. Un progetto su due si trasforma in assunzione presso lo stesso studio in cui è effettuato il tirocinio o presso altri studi
Un tirocinio formativo su due, attivato dai consulenti del lavoro, si trasforma in rapporto di lavoro entro 3 mesi, il 43% (ovvero quasi il 12% di più rispetto al progetto governativo Garanzia Giovani) entro un mese. Sono i dati emersi dall’indagine dell’Osservatorio statistico dei consulenti del lavoro presentata il 29 settembre a Torino durante l’ottava edizione del Festival del Lavoro.
Per la precisione il tasso di inserimento dei tirocini attivati dai Consulenti del lavoro delegati dalla Fondazione Lavoro ad un mese è del 43,1%, a tre mesi raggiunge il 52,2% (+15,2% rispetto a Garanzia Giovani) e a sei mesi tocca il 60% (+19,1%).
Da rilevare che più di un terzo dei tirocini conclusi (il 34,4%) si trasforma in un rapporto di lavoro presso lo stesso datore che ha ospitato il tirocinante.
La Fondazione Lavoro tra i soggetti autorizzati dal Ministero del Lavoro è anche quella che ha promosso il maggior numero di tirocini a livello nazionale: oltre 60.000.
Tirocini formativi e lavoro
Negli ultimi anni il tirocinio è stato, in tutta l’Unione europea, lo strumento privilegiato per l’accesso dei giovani al mercato del lavoro. Si tratta di svolgere un periodo di formazione presso un’azienda, entrare in contatto diretto con il mondo del lavoro ed acquisire una specifica professionalità.
Il numero di tirocini formativi attivati in Italia da tutti i soggetti autorizzati è cresciuto negli ultimi quattro anni passando dai 204.941 tirocini extra curriculari attivati dal 2013 al 2016 ai 307.007 dello scorso anno. Il volume più alto di tirocini è stato registrato nel 2015 in concomitanza con il programma Garanzia Giovani promosso dal Ministero del Lavoro, che ha visto in questo strumento la principale misura di politica attiva con cui fronteggiare l’elevata disoccupazione giovanile ed in particolare il tasso di Neet, i giovani che non studiano, non lavorano, non cercano lavoro e non sono in formazione.
Secondo l’Osservatorio (dati aggiornati al primo trimestre 2017), la domanda di lavoro è molto differenziata tra il settentrione e il meridione: nelle regioni del Mezzogiorno il livello d’occupazione post tirocinio è molto inferiore alla media nazionale.
Se si osservano i tassi occupazionali per provincia, quella di Siena spicca fra tutte con un tasso pari al 71,4%, seguita dalle province di La Spezia, Biella e Pistoia con un tasso di inserimento maggiore al 60%. Nelle regioni del Sud, dove la domanda di lavoro alle dipendenze è minore, si supera il 20% in provincia di Isernia, il 23,5% in provincia di Crotone, 23,9% a Nuoro e 27,3% a Carbonia Iglesias.
Per condurre questo studio l’Osservatorio ha analizzato gli esiti dei tirocini a sei mesi dal termine del periodo formativo, verificando il numero e la tipologia dei contratti attivati nel medesimo periodo ed i rapporti di lavoro attivati successivamente e con lo stesso datore di lavoro con il quale è stato effettuato lo stage. In questo modo è stata ricavata un’indicazione attendibile della capacità del tirocinio di favorire l’ingresso dei giovani nel mercato del lavoro. Dunque, dei 52.483 tirocini conclusi negli ultimi 4 anni sono state analizzate le attivazioni di contratti subordinati o parasubordinati effettuate nei 180 giorni successivi.
Sono complessivamente 25.637 i tirocini conclusi negli ultimi 4 anni che hanno prodotto una opportunità occupazionale entro tre mesi dal loro termine. Più di un terzo di questi (34%) ha generato un rapporto di lavoro in apprendistato, il 32,9% un contratto a termine, il 28% un contratto a tempo indeterminato.
A riscuotere maggiore successo occupazionale i tirocini realizzati nel settore industriale (54,6%) e nelle aziende di servizi alle imprese (52,2%), mentre quelli nel settore turistico (41,5%) e nei servizi sociali e personali (43,2%) raggiungono livelli di inserimento occupazionale inferiori alla media di oltre 5 punti percentuali.
Ogni cento tirocini con esito occupazione positivo, ben 62 generano un’opportunità lavorativa di tipo permanente (34 in apprendistato e 28 a tempo indeterminato).
La Fondazione Lavoro e il successo dei suoi tirocini formativi
Il Consiglio nazionale dell’Ordine dei Consulenti del Lavoro, per valorizzare l’attività di intermediazione riconosciuta agli iscritti dalla legge Biagi del 2003, ha costituito la Fondazione Consulenti per il Lavoro che, dotata di autorizzazione ministeriale, opera come agenzia per il lavoro a tutti gli effetti.
Negli ultimi 4 anni, i circa 1.500 delegati della Fondazione Lavoro hanno creato più di 30.000 posti di lavoro utilizzando solamente lo strumento del tirocinio. Questo risultato è stato raggiunto grazie ad una scelta di fondo: “puntare su tirocini di qualità, dotandosi anche di procedure e regole più stringenti rispetto alle previsioni normative, che hanno anticipato di fatto il contenuto delle linee guida approvate in Conferenza Stato-Regioni del maggio scorso ed ancora in corso di recepimento da parte delle legislazioni regionali. I tirocini della Fondazione valorizzano la professionalità, l’esperienza e la conoscenza del mercato del lavoro dei Consulenti del Lavoro; caratteristiche che vengono trasfuse nell’attivazione di tutti i percorsi formativi e di inserimento promossi dalla Fondazione e che nella maggior parte dei casi non beneficiano di alcun contributo pubblico”.