Le linee programmatiche del Governo Monti. Donne e giovani in primo piano
Diviso in due parti, il piano del nuovo Governo prevede una prima serie di interventi (che verranno attuati già nelle prossime settimane) per affrontare l’emergenza e una serie di riforme istituzionali che permetta alla gente di riacquistare fiducia nello Stato
In primo piano, nel suo progetto il Presidente Monti ha messo proprio le donne. Donne e giovani sono le due risorse principali e mai sfruttate nel nostro Paese, ha detto. Permettere a queste persone di entrare a far parte a tutti i livelli del mondo del lavoro sarà una priorità per il nuovo governo, che sta pensando anche di abbassare le tasse per le donne.
Per quanto riguarda le pensioni, si sosterranno le cause da sempre perorate dalla neoministra al Welfare (Elsa Fornero)eliminando una volta per tutte le disparità di trattamento per tipologia ed età dei lavoratori ed eliminando soprattutto i privilegi di alcuni (vedi ns. art.).
Allo scopo di bloccare la famigerata “fuga dei cervelli”, il nuovo governo cercherà di permettere a ricercatori e studiosi italiani di lavorare in patria nel migliore dei modi, affinché il valore delle loro ricerche sia riconosciuto e giustamente utilizzato nel nostro Paese.
Anche la forza lavoro italiana in genere dovrà essere valorizzata, in particolare permettendo a tutti di aumentare la propria competenza e professionalità grazie alla formazione continua mediante aggiornamenti professionali e corsi di studio di livello superiore, anche per essere competitivi rispetto ai propri colleghi europei.
E parlando di Europa Monti, nel suo discorso al Senato per chiedere la fiducia al nuovo governo, ricorda che non si tratta di un luogo “altro” poiché “l’Europa siamo noi”. Il Presidente del Consiglio seguirà le scelte effettuate dal suo predecessore e scritte nella lettera inviata ai Presidenti europei (vedi ns. art.); probabilmente però aggiungerà alcune indicazioni su altri provvedimenti che prenderà per ottenere il pareggio di bilancio, in considerazione del fatto che i membri della Commissione Europea non ritengono che lo si possa raggiungere solo applicando le manovre previste da Tremonti e Berlusconi nella citata lettera di intenti.
Come primo passo, Monti farà un elenco di beni immobili dello Stato da vendere per far entrare moneta nelle casse statali. Tale elenco sarà pronto nella prossima primavera.
Intanto, Monti invita e incita tutti i rappresentanti dello Stato – a partire dai dirigenti pubblici – a iniziare a dare il buon esempio ai cittadini evitando gli sprechi e comportandosi in modo sobrio, senza fare spese superflue e – aggiungiamo noi – superficiali, giusto per mettere in mostra il proprio status.
Un invito quanto mai necessario alla classe dirigente del nostro Paese, nota in Europa e nel mondo per essere particolarmente “spendacciona”, pesando in tal modo in maniera eccessiva sulle casse statali.
Evitare gli sperperi a partire dai rappresentanti dello Stato sarebbe utile economicamente ma anche di supporto morale per le aziende e i lavoratori italiani ai quali si chiede di fare sacrifici per uscire dalla crisi; crisi che comunque – come ha sottolineato lo stesso Monti – è internazionale e non prettamente italiana anche se, ad esempio, la disoccupazione nel nostro Paese ha livelli più alti che nel resto d’Europa.
Il primo sacrificio che si chiede agli italiani e in particolare alle imprese, consiste nell’aumento della tassazione sugli immobili. L’ICI non verrà ripristinata in senso formale, ma in senso sostanziale sì, poiché l’imposta verrà chiamata semplicemente con un’altra sigla.
Nei prossimi giorni si scenderà più nel dettaglio riguardo ai sacrifici richiesti per l’uscita dalla crisi, ma Monti tiene a ribadire che non di crisi vera e propria si tratta per l’Italia, ma di un problema che ci trasciniamo da anni e che col tempo è cresciuto, e sul quale si è poi innestata la crisi internazionale, che noi abbiamo “sentito” di più proprio perché avevamo già una distanza da colmare rispetto ai conti degli altri Paesi. Secondo i dati infatti, già dal 2000 la nostra nazione ha iniziato a “perdere colpi”. Al suo Governo tecnico di emergenza spetterà il duro (“ma ho il sentore che se così non fosse, io ora non mi troverei qui” scherza il Presidente del Consiglio) compito di rimetterci in carreggiata.
Questa sera il Senato esprimerà il suo giudizio al programma del nuovo governo, votando la fiducia. Ma già da ora possiamo dire che i mercati internazionali lo premiano, dal momento che il famigerato spread è sceso sotto ai 500 punti, il che rappresenta un fortissimo segnale positivo, di fiducia internazionale. Domani toccherà alla Camera. Nel frattempo alleghiamo il resoconto stenografico – e dunque parola per parola – del discorso di Mario Monti al Senato.