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I gruppi d’imprese in Italia

I gruppi d’imprese in Italia

L’Unione Europea spinge le imprese a raggrupparsi allo scopo di divenire competitive a livello globale. A tale scopo eroga dei finanziamenti diretti a chi costituisce un partenariato sotto varie forme. Vediamo come le imprese italiane reagiscono allo stimolo consultando i dati presentati dall’Istat

I Regolamenti comunitari europei definiscono il gruppo di impresa come “un’associazione di imprese retta da legami di tipo finanziario e non”. Il gruppo può avere diversi centri decisionali per la produzione, per la vendita, per la distribuzione degli utili, ecc. ma deve “essere in grado di unificare alcuni aspetti della gestione finanziaria e della fiscalità”. Esso si caratterizza come “l’entità economica che può effettuare scelte con particolare riguardo alle unità alleate che lo compongono”. L’Istat aggiorna il proprio archivio statistico dei gruppi di impresa (ASIA) grazie ai dati forniti da fonti amministrative ufficiali (la Commissione Nazionale per le Società e la Borsa, il Registro delle imprese gestito dalle Camere di Commercio, i bilanci delle società di capitale) che le permettono di  scattare annualmente la fotografia della situazione dei gruppi di imprese.

80 mila gruppi che coinvolgono oltre 183 mila imprese italiane. Occupati in tali imprese oltre 5,7 milioni di addetti. La fotografia diffusa il 2 agosto 2011, dopo aver analizzato tutti i dati raccolti, è relativa al 2009, ma è indicativo il fatto che già rispetto al 2008 i gruppi siano aumentati del 5%. Gli addetti invece sono leggermente calati (il calo, pur essendo solo dello 0,5% rispetto all’anno precedente, naturalmente ha un peso maggiore se si pensa che invece i gruppi sono aumentati).

I gruppi di imprese hanno le seguenti caratteristiche: si tratta di poche strutture molto grandi – che hanno un rilevante peso economico –  e di tanti gruppi di piccola se non piccolissima dimensione (da 1 a 19 addetti). Le dimensioni delle aziende, come si sa, si misurano in base al numero degli addetti per cui è fondamentale per seguirne l’evoluzione sapere quanti sono gli occupati.


Per la precisione il 76% dei gruppi è composto da appena un paio di imprese, quelli composti da più di 10 imprese sono molti di meno, ciononostante rivestono un ruolo decisivo per quanto riguarda l’occupazione, tanto è vero che vi sono addetti quasi 2 milioni di individui.

Alcuni dei gruppi con imprese (almeno una) residenti sul suolo italiano sono condotti da un soggetto estero (l’11,7%). Mediamente questo tipo di gruppi impiega 148 addetti, cioè di più (dunque sono più grandi) rispetto a quelli condotti da un soggetto italiano.

I gruppi di solito hanno svolgono poche attività (la media è di 1,8 attività diverse) e normalmente sono presenti solo in una Regione. Il settore nel quale i gruppi sono più attivi è quello dell’intermediazione finanziaria, dove ben l’87,3% di società di capitali appartengono a gruppi. A seguire, troviamo il settore industriale con il 55,5% e quello degli Altri servizi con il 53,5%. In tutto, le società di capitali che impiegano più di 500 addetti e appartengono a gruppi rappresentano il 94% dei grandi gruppi e, nei settori a maggiori intensità tecnologica, arrivano a toccare il 100%.

Nei gruppi di dimensione maggiore, quelli con oltre 5000 addetti, c’è una differenza a livello di organizzazione: le imprese al vertice sono società in accomandita per azioni. Tra queste, quasi il 10% è a controllo pubblico. Tra l’altro, questi gruppi sono quelli che svolgono un maggior numero di attività svolte (la media arriva quasi a 9 attività diverse) e operano mediamente in 4 regioni.

 

 

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