Il Friuli Venezia Giulia e i talenti femminili nell’imprenditoria
“Donne che fanno la differenza” è il titolo dell’incontro organizzato dal Dipartimento di Scienze Giuridiche dell’Università di Udine allo scopo di offrire alle donne dei modelli di riferimento invitando le aziende a farsi avanti per coltivare i talenti a disposizione…
Aperti dall’assessore regionale alle Finanze ed alle Politiche comunitarie, Francesco Peroni, e dal rettore dell’Ateneo friulano, Alberto Felice De Toni, i lavori sono iniziati all’insegna dell’interesse da parte del mondo politico e accademico nei confronti dei talenti femminili. “Le donne possono arrivare in alto e dare molto”: con queste parole ha esordito infatti lo stesso rettore De Toni osservando che il mondo dell’Università e della politica regionale hanno già dimostrato ampiamente questo dato di fatto. L’assessore Peroni ha anche detto che la parità di genere “non è egualitarismo fine a se stesso ma è parte del principio di eguaglianza”, ricordando quanto abbia significato, in termini di ricaduta sociale e di avanzamento dei diritti della persona, il percorso d’integrazione avviato in ambito comunitario. In Italia – seppur in ritardo rispetto ad altri Paesi – la realizzazione della parità di genere sta facendo passi avanti anche grazie a una legislazione recente che “introduce in modo imperativo questo principio nell’assetto della governance di banche e società, con riflessi che si stanno vedendo anche in Friuli Venezia Giulia specie per quanto riguarda le partecipate regionali” ha aggiunto l’assessore.
Dopo queste premesse che hanno dato una valutazione rosea dell’attuale situazione di fatto nel Friuli Venezia Giulia, Marina Brollo, in qualità di direttore del dipartimento di Scienze giuridiche, ha presentato il bilancio sull’attività della “Banca dati dei Talenti femminili” dell’Università di Udine, un progetto finanziato da Regione, Fondazione Antonveneta e Confindustria Udine e “ideato per dare un’occasione di lavoro e di carriera alle donne, intrecciando le misure di diritto diseguale con la valorizzazione del merito”.
I dati indicano che all’8 maggio 2014 erano iscritti alla banca dati 358 talenti femminili, di cui 169 con residenza in provincia di Udine, 14 in provincia di Trieste, 14 nel Goriziano, 29 nel Pordenonese e 33 con residenza fuori regione.
Le aziende iscritte però sono poche (appena 5), anche se tantissimi sono stati gli accessi (5.399 visite) con la visualizzazione di 31.617 pagine. Quasi il 95% delle visite proviene dall’Italia, ma in alcuni casi provenivano dagli Stati Uniti e, nel complesso, da 18 Paesi diversi.
Questi numeri hanno confermato l’importanza del progetto, di cui la consigliera della presidenza del Consiglio dei ministri, dipartimento Pari opportunità, Monica Perella, ha confermato la possibilità di la possibile estensione a livello nazionale.
Dopo la relazione della prof.ssa Brollo, si è aperta la tavola rotonda ispirata dal tema “Il futuro riparte dalle donne”, alla quale hanno partecipato docenti e professioniste del calibro della presidente di Mediocredito, Cristiana Compagno (ex rettore della stessa università).
La banca dati dei talenti femminili
Il progetto per le pari opportunità tra i generi realizzato dall’Università degli Studi di Udine permette alle donne di inserire i propri dati e il proprio curriculum in modo che le imprese possano consultarli e contattare le donne di talento che si giudicano più adatte al proprio staff dirigenziale. Scopo dell’iniziativa infatti è quello di creare una sorta di albo di chi possiede i requisiti ideali per accedere ad eventuali consigli di amministrazione o collegi sindacali delle società. Infatti, in base alla Legge 120/2011, le società quotate e quelle a controllo pubblico devono avere all’interno di questi organi un numero congruo di donne (fatto ribadito anche dalla L.R.10/2012).
Con la creazione di tale banca dati (talentifemminili.uniud.it), l’Università ha inteso svolgere un’azione volta a combattere pregiudizi e discriminazioni contro le donne “tramite la trasparenza e la circolazione delle informazioni”.
Da rilevare che possono accedere alla banca dati online anche le società non quotate in borsa nè controllate dallo Stato. Di conseguenza, non si tratta semplicemente di permettere l’adempimento di un obbligo di legge ma di una “best-practice”, in altri termini di offrire un’occasione a qualsiasi ente o impresa di selezionare del personale femminile di alto livello.
Questa azione positiva è stata realizzata dall’Università con il finanziamento della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, della Fondazione Antonveneta, di Confindustria Udine, di Antonveneta-Gruppo Montepaschi.