Quale via percorrere per una terza cultura per governare la intelligenza artificiale tra etica e valori è stato uno degli argomenti di IAGOV 2020
Intelligenza artificiale tra etica e valori è l’argomento di IAGOV 2020 (https://www.donnainaffari.it/2020/09/iagoves-2020-intelligenza-artificiale-etica/) e la sessione Educazione è quella che abbiamo deciso di approfondire tra le previste.
IAGOV 2020
Il 25 e 26 settembre si è svolta la II edizione del convegno “Intelligenza Artificiale: per una governance umana. Prospettive educative e sociali” promossa dalla facoltà di Scienze della Comunicazione Sociale dell’Università Pontificia Salesiana di Roma che ha trattato i temi della Governance, Educazione e Società. Il progetto voluto dal Decano della Facoltà, d. Fabio Pasqualetti, ha raccolto il consenso di patrocini, relatori, sponsor, tech e media partner tra i quali il nostro giornale, Donna in Affari. Una fiera virtuale il cui obiettivo è stato affrontare l’IA in rapporto all’uomo e all’etica coinvolgendo aziende, istituzioni, associazioni, politici, professori, sociologi, filosofi, teologi e psicologi, per far emergere la necessità di una terza cultura che superi la contrapposizione fra tecnologia, economia e una visione umanistica distante dalla vita umana.
IA del Terzo Millennio, intelligenza artificiale tra etica e valori
Il 25 settembre ad aprire il panel sull’educazione e società è stato Federico Cinquepalmi, responsabile della formazione superiore del MIUR, che ha discusso dell’intelligenza artificiale orientata al terzo millennio. “L’IA” ha detto “richiede un approccio multidisciplinare e la Commissione europea con due rapporti, uno del 2018 e il libro bianco di febbraio 2020, riconosce all’IA un ruolo cruciale sull’attività dell’Unione Europea”. Cinquepalmi informa che attualmente il programma Copernicus è il più importante progetto di osservazione della terra in atmosfera a livello globale per il coinvolgimento della protezione civile, agricoltura, ambiente, energia ed educazione; un altro programma di punta è quello dei “gemelli digitali”, creazione di realtà virtuali che riproducono la realtà vera (città, sistemi urbani, infrastrutture o ecosistemi) al fine di modellizzare la quotidianità ed elaborare schemi comportamentali che possano ottimizzare le scelte guardando al valore etico dell’uomo.
Il CNR per una intelligenza artificiale tra etica e valori
Marco Conti, direttore dell’istituto d’informatica e telematica del CNR, spiega che il suo progetto in dottorato nazionale sull’intelligenza artificiale affronta il tema della trasformazione digitale delle città. “Mentre all’estero” aggiunge Conti “le aziende utilizzano l’IA in molti settori, l’Italia è ancora agli albori. Solo il 12% delle imprese ha un progetto maturo, un mercato italiano che stenta a decollare per le scarse risorse messe in campo. L’Italia ha una moderata capacità di sfruttare i benefici dell’IA ma possiede un elevato potenziale se il Paese sarà in grado di sfruttare i propri punti di forza. Le opportunità sarebbero quelle di sfruttare questi sistemi in settori industriali strategici (manifatturiero, robotica industriale di servizio, agroalimentare). In questa cornice” ha aggiunto “il CNR insieme al MIUR, ha costituito un comitato di indirizzo per indicare un modello per un dottorato nazionale in IA [vedi nostro articolo https://www.donnainaffari.it/2020/08/nasce-il-dottorato-in-intelligenza-artificiale/ ndd] con lo scopo di superare la frammentazione che esiste nell’alta formazione in Italia e produrre dottori che possano contribuire allo sviluppo di nuove conoscenze per la trasformazione digitale del paese. Il comitato ha definito 5 aree di specializzazione: uno rivolto alla salute e alle scienze della vita che avrà sede al campus Bio-medico di Roma, uno dedicato all’industria 4.0 con sede al politecnico di Torino, uno basato sulla Cyber sicurezza alla Sapienza di Roma, uno rivolto all’ambiente e all’agricoltura con sede all’università Federico II di Napoli e uno rivolto alla società con sede all’università di Pisa”. In complesso il dottorato avrà un budget di 15 milioni di euro e sarà attivo a partire dall’anno accademico 2021-2022.
Il dibattito sociale su una intelligenza artificiale tra etica e valori
Oggi occorre fare i conti con i media guardando ai contesti socio educativi, ha spiegato Cesare Rivoltella, direttore del centro di ricerche del Cremit. Due sono le indicazioni da seguire. La prima si riferisce ad un’educazione strumentale, l’informatica di base e il coding saranno essenziali per l’adattamento sociale e professionale delle persone, l’altra si riferisce alla media education ovvero tutto ciò che aiuti i soggetti a sviluppare empowerment nei confronti dei media per essere padroni del tempo attraverso un uso responsabile.
Il dibattito sul lavoro è prioritario perché molti ritengono che l’IA possa sostituire l’uomo. Il CTO dell’IBM Chiriatti, assicura che ciò non accadrà perché la decisione finale rimane all’uomo. Da uno studio IBM sono emersi alcuni risultati sugli skill comportamentali delle persone. La capacità di essere flessibili e lavorare in team costituiscono un ruolo centrale per la costruzione di una piramide del valore. I ruoli definiti stabili saranno sostituiti perché contengono operazioni ripetitive, ma si creeranno nuovi lavori ad alto valore per l’azienda.
Le resistenze all’uso della Intelligenza artificiale tra etica e valori
“Il motivo per il quale possono sorgere resistenze all’utilizzo dell’IA sotto il profilo psicologico, è che il sistema non può essere utilizzato da tutti senza una formazione sulle dimensioni psicologiche che vengono generate. L’uso inconsapevole di questi strumenti potrebbe causare rischi se non c’è un rafforzamento della parte human rispetto al sistema di IA. La preoccupazione è che si possa verificare una condizione per cui giudizi o pregiudizi vengano valutati come dati perfetti e non artefatti” ha chiarito Andrea Laudadio, responsabile dei processi umani e razionali della TIM Academy.
I supercomputer per una Intelligenza artificiale tra etica e valori
Il direttore del dipartimento di SuperCalcolo di Cineca, Sanzio Bassini informa che il consorzio interuniversitario collega le università italiane ed eroga servizi per la gestione degli atenei ed enti di ricerca. Attualmente Cineca sta lavorando al supercomputer europeo Leonardo, progetto per il 50% finanziato dalla commissione europea, per disporre di un sistema di super calcolo che sarà a disposizione a livello nazionale. L’hub con sede a Bologna consentirà all’Italia di partecipare a progetti a livello mondiale dove si concentrerà il 70% della capacità di calcolo, diventando perno del sistema europeo sulla ricerca dei big data e sull’intelligenza artificiale. Tra i programmi, Bassini cita quello del virtual screening per la progettazione di nuovi farmaci in cui vengono utilizzate tecniche di machine learning contro il Covid 19. Un altro progetto si occuperà dei sistemi di open data nell’ambito meteo per elaborare il riconoscimento di immagini radar e consentire una previsione meteo in sei ore. Un altro programma ancora integrerà 9 cineteche in Europa (per l’Italia la cineteca di Bologna e Torino). Altra applicazione made in Italy riguarderà la gestione dei cluster di contagio, attraverso un portale controllato da Italia, Francia e Germania per supportare il sistema delle decisioni. Ultimo progetto riguarda la smart mobility che sfrutta il sistema GPS attraverso la comunicazione vehicle to vehicle per suggerire percorsi alternativi in grado di contenere le emissioni di co2 e facilitare il flusso delle auto.
Come inserire il tema della intelligenza artificiale tra etica e valori nelle telecomunicazioni
Pietro Guindani, presidente di Asso telecomunicazioni, preferisce parlare di intelligenza umana aumentata piuttosto che IA. Secondo lui l’IA migliora l’autonomia organizzativa dei lavoratori che possono dominare fenomeni complessi aumentando l’efficacia e l’efficienza aziendale. Si arricchisce il contenuto professionale del lavoro, si aprono nuove professioni che hanno un livello di ricchezza intellettuale elevato. Asso telecomunicazioni sensibile al tema, ha delineato 3 profili professionali: acquisire le competenze necessarie per governare i processi, riconoscere il valore del lavoro a livello retributivo ed essere attenti alla riqualificazione generale dell’ecosistema lavorativo.
Secondo Mauro Meda, segretario generale della formazione manageriale ASFOR, non si può fare riferimento ad un’etica di facciata ma occorre parlare di un’etica dei comportamenti. Essa deve spingere gli scienziati a contaminare la società con lo scopo di guidarli verso una scienza positiva coniugando le high skill alle soft skill perché il rischio è aumentare il digital divide.
Il rapporto dei giovani con la intelligenza artificiale tra etica e valori
L’apprendimento dei giovani è cambiato e la scuola ha la responsabilità di cogliere questi cambiamenti, afferma Donatella Cesareni, docente di psicologia e sviluppo della Sapienza di Roma. È importante dominare gli strumenti percorrendo la strada della destrezza digitale, evitando di far male a sé stessi e agli altri ed acquisire una saggezza affinché si utilizzino questi mezzi per potenziare le capacità cognitive e sensoriali della persona.
La rete è uno spazio abitato che condividiamo quotidianamente ma provoca anche una ridefinizione negli approcci di studio fuori e dentro la rete. Angelo Romeo, sociologo dell’università Pontificia Salesiana, spiega che vi è la necessità d’introdurre piani d’intervento nell’uso delle tecnologie soprattutto per i minori esposti a casi di cyber bullismo dove la rete si trasforma in uno strumento per adescare la vittima. “La responsabilità non è solo della scuola c’è un lavoro da fare all’interno delle famiglie che devono acquisire dimestichezza con queste tecnologie”.