Realizzato dall’associazione Isnet l’Osservatorio previsioni di cambiamento post Covid-19. Il lockdown genera desiderio di cambiamento per 7 italiani su 10
Il cambiamento post Covid-19 è alle porte e il 70% degli italiani spera che “cambi tutto”. Il dato significativo è che meno del 10% spera che tutto torni come prima. Significativo perché rende evidente che gli italiani non sono soddisfatti della vita precedente alla pandemia. Attenzione: non di quella durante la pandemia ma proprio di come vivevano prima.
L’associazione Isnet
Lo strano dato è risultato dal sondaggio realizzato dall’associazione Isnet, il network delle imprese sociali, su un campione nazionale rappresentativo e verrà ripetuto fra 6 mesi verificare la stabilizzazione delle tendenze e le novità che emergeranno.
L’Isnet dialoga con una rete di 1.284 imprese sociali in tutta Italia, con l’obiettivo di favorire lo sviluppo dell’economia sociale in Italia e realizza durante l’anno varie indagini dedicate all’economia sociale, con obiettivi conoscitivi caratterizzati da una elevata spendibilità delle informazioni raccolte, per l’avvio di progettualità e percorsi condivisi tra imprese in tutta Italia.
Proprio in quest’ottica ha realizzato, in questo particolare periodo storico, l’osservatorio sul cambiamento post Covid-19.
I risultati dell’indagine sul cambiamento post Covid-19
Un cambiamento molto atteso, quello post Covid-19, come ci si poteva aspettare; ma la sorpresa sta nel fatto che il cambiamento desiderato non è quello di tornare alla cosiddetta normalità, cioè alla situazione precedente alla comparsa del nuovo coronavirus, bensì a qualcosa di diverso. E sono soprattutto le donne quelle più disposte al cambiamento.
Cosa si aspettano dunque gli italiani?
Secondo i risultati dell’indagine Isnet, effettuata proponendo un questionario strutturato nel periodo dal 2 al 19 aprile 2020, il 42% degli italiani si interpella sul modello di sviluppo economico e spera in una valorizzazione dei principi di sostenibilità economica e sociale: qualità della vita nelle città, educazione di qualità, lotta alla povertà.
L’87,6% è preoccupato per il futuro economico dell’Italia e il 67,9% per la propria situazione personale ma la speranza di cambiamento resta comunque alta.
Che tipo di cambiamento post Covid-19
Sono pochissimi gli italiani che desiderano che tutto torni come prima della comparsa del nuovo coronavirus, solo l’8,5% e sono pochi anche gli italiani che vogliono un cambiamento “leggero”. Infatti solo il 18,7% di coloro che hanno risposto al questionario ha espresso la volontà “che cambi qualcosa, ma non influisca troppo sulle mie abitudini”.
Sul tipo di cambiamento post Covid-19 desiderato, il 37,5% desidera aumentare il tempo dedicato allo sport e alla salute, il 37,1% prevede di ridurre lo shopping, il 36,6% di ridurre viaggi e spostamenti, il 49,5% avrà più cura per la famiglia, il 31,7% più attenzione alla povertà, il 51,9% alla salute e al benessere, il 42% al modello di sviluppo economico e il 31% alla qualità della vita delle città.
Che cosa è cambiato nella mentalità degli italiani con il Covid-19
Il distanziamento forzato all’insegna dello slogan “io resto a casa” ha creato un senso di vicinanza e di comunità portando alla riscoperta di una responsabilità civile concreta. Si è sperimentata anche la potenza di un’azione collettiva dal basso, che sta vedendo ogni individuo più coinvolto e ispirato da un orizzonte comune. Un’esperienza che, per la maggior parte degli intervistati, può essere ancora utilizzata e re-indirizzata in una prospettiva di cambiamento ispirata ad un principio di sostenibilità.
Il commento di Laura Bongiovanni, presidente Isnet
Laura Bongiovanni, presidente dell’associazione Isnet, ha dichiarato che i risultati dell’indagine sull’aspettativa di cambiamento post Covid-19 rappresentano dati importanti per le imprese sociali, “che per statuto sono imprese a valore aggiunto sociale e che lavorano interconnesse con le comunità e l’ascolto dei bisogni continuamente mutevoli e in trasformazione. La capacità di re-agire di fronte al rischio e a processi inaspettati è una caratteristica tipica delle imprese sociali così come di tutti gli enti del terzo settore. Una caratteristica che abbiamo più volte raccontato e documentato con i nostri lavori di ricerca. In questa fase di lockdown abbiamo ritenuto importante ascoltare i cittadini per aiutare le imprese sociali a progettare al meglio i propri sforzi nella direzione di un riposizionamento delle proprie attività e modalità di intervento”.