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25 novembre, violenza sulle donne: stanziamenti e manifestazioni per contrastarla

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Milioni di euro per i progetti di contrasto alla violenza sulle donne. Milioni che però non vengono spesi. E nel frattempo non resta che manifestare

13 milioni di euro sono già stati stanziati e altri 19 milioni arriveranno nel prossimo biennio, ma ora bisogna stabilire i criteri – insieme con le amministrazioni locali – per assegnarli a chi opera per contrastare la violenza contro le donne. Lo scopo è evitare che – come avvenuto in passato – queste risorse non vengano utilizzate. Questa in sintesi la dichiarazione della Ministra delle Riforme con delega alle Pari Opportunità Maria Elena Boschi che denuncia come in passato non sia stato speso un terzo delle risorse messe a disposizione per le azioni di contrasto alla violenza sulle donne mentre tante associazioni “fanno un lavoro straordinario in silenzio”. Non tutte le realtà sono dello stesso livello – ha chiarito ma Ministra – e per questo dobbiamo individuare insieme alle Regioni e ai Comuni come assegnare le risorse e controllare la spesa, coinvolgendo anche i centri anti violenza e le associazioni.

La Ministra Boschi ha annunciato che per contrastare la violenza di genere verrà proiettato in questi giorni, in varie parti d’Italia, un videoclip diretto alle nuove generazioni. Sono proprio i giovani infatti a dover sviluppare la consapevolezza che bisogna condannare azioni e frasi che in modi – anche sibillini – possano portare alla violenza di genere. “Tutti ci sentiamo immuni dal rischio di commettere o subire reati che si manifestano in atti ignobili” spiega Boschi “ma se lasciamo passare l’idea strisciante ‘un po’ se l’è cercata’, etichettando come sbagliato un abbigliamento o sostenendo che usciva troppo spesso la sera o si è scelta un compagno sbagliato, allora non siamo più dalla parte del giusto e torniamo all’atteggiamento di chi in passato subiva per evitare la condanna sociale, quella che per anni si è sintetizzata nel giudicare una donna che subiva violenza ‘disonorata’. Mentre l’onore lo perde chi commette violenza, non chi la subisce”.

Maria Elena Boschi ricorda il piano nazionale di contrasto alla violenza sulle donne, basato sulle 3 P: Prevenzione, Protezione, Persecuzione dei colpevoli. Per quanto concerne la prevenzione, è fondamentale coinvolgere le scuole: “anche se nessuno potrà mai sostituirsi alla famiglia, la scuola può essere un elemento centrale per chi in casa non ha buoni esempi da seguire. Gli studenti possono farsi ambasciatori di nuovi modelli e valori. E più sono piccoli meglio è: dovremmo partire dalla scuola materna perché una cattiva abitudine se si insinua sin da piccoli diventa più difficile da smontare negli anni”.

Nell’attesa che il cambiamento di mentalità arrivi, a partire dai più piccoli, bisogna però incoraggiare gli adulti a modificare i propri atteggiamenti. I comitati “Se non ora quando” hanno deciso di manifestare a Roma, il prossimo 26 novembre, contro la violenza maschile, a fianco di tante associazioni che scenderanno in piazza quel giorno. La manifestazione infatti è stata organizzata da molte associazioni femminili (non dai Comitati SNOQ, alcuni dei quali aderiranno per onorare il loro sforzo).
Nella nota diramata da SNOQ si legge: “Pensiamo che la posta in gioco, combattere la violenza contro le donne, una violenza quotidiana, ripetuta, che uccide, soffoca la vita, restringe l’orizzonte, esercita potere e provoca umiliazione e rabbia sotto moltissime forme, sia troppo sacra e importante per non essere unite, in piazza, più forti di ogni distinzione, come le donne hanno saputo fare tante volte nella storia, per il bene di tutte e di tutti. In occasione della manifestazione ‘Non una di meno’, il 26 novembre, in piazza noi ci saremo.”

Purtroppo l’adesione alla manifestazione è parziale in quanto all’interno del movimento, la parte denominata “Se non ora quando – libere” si è dissociata perché non la considera tanto come una manifestazione contro la violenza sulle donne quanto una generale chiamata all’appello contro i toni, il linguaggio e le argomentazioni che vanno dall’aborto alle banche: “Una protesta senza obiettivo né interlocutore non basta. Noi non aderiamo perché pensiamo che, pur nelle sincere intenzioni di molte che andranno alla manifestazione, questo tipo di occasioni sono inutili perché non permettono di raggiungere nulla. Non solo: sono dannose perché ricacciano le donne nella insignificanza simbolica, incapaci di proposta”. In poche parole i comitati SNOQ-L chiedono che lo Stato e le istituzioni vengano chiamate in causa per operare fattivamente a garanzia dei diritti di tutte le donne.

Ma, ci chiediamo, se vengono destinate risorse che non vengono spese, se vengono organizzate manifestazioni a cui non è il caso di andare, se vengono fatti appelli a cui nessuno risponde, quali sono i passi da compiere per cambiare la situazione? Intanto, domani, 25 novembre, è la Giornata contro la violenza sulle donne.

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