COMUNICAZIONE

Le imprese nel mondo celebrano le Olimpiadi di Rio 2016

Le imprese nel mondo celebrano le Olimpiadi di Rio 2016

Una rassegna di commercial pubblicitari internazionali e nazionali che compatibilmente con la “Rule 40” hanno come punto di riferimento atleti e valori olimpici

Come avevo anticipato nell’articolo scritto su Donna in Affari In attesa delle Olimpiadi di Rio 2016: storie e curiosità sui manifesti pubblicitari dei Giochi Olimpici” del 22 luglio scorso, legati a grandi eventi mondiali come le Olimpiadi si affianca, ai manifesti e alla comunicazione ufficiale dell’evento, tutta una miriade di pubblicità di aziende sponsor, e non, che richiamano o citano direttamente ed esplicitamente i giochi olimpici, i valori olimpici, i luoghi e le discipline olimpiche, o utilizzano come testimonial i protagonisti dei giochi.

Rispetto alla comunicazione ufficiale dell’evento (che come abbiamo potuto costatare nell’analisi dei manifesti pubblicitari delle passate edizioni si fonda sul luogo e sul logo olimpico) la comunicazione delle imprese punta tutto o prevalentemente sui protagonisti. Il luogo, l’evento, i suoi valori, sono presenti ma restano sullo sfondo, restano in secondo piano. Sono gli atleti con i loro sacrifici, i loro sforzi, i loro fan, i loro record, le loro paure ed insicurezze e perfino le loro mamme ad essere i protagonisti indiscussi delle campagne pubblicitarie delle imprese.

Occorre sapere che durante il periodo dei Giochi Olimpici esiste per gli atleti e le federazioni sportive la ferrea applicazione della cosiddetta “Rule 40” presente nella Carta Olimpica, che detta le regole di comportamento degli atleti per la loro partecipazione a campagne pubblicitarie. La Carta Olimpica regola infatti l’ammissibilità alla partecipazione ai Giochi Olimpici, al suo interno, la “Rule 40” limita espressamente l’uso del nome e dell’immagine di un partecipante durante il Periodo dei Giochi (detto anche “Periodo della Rule 40” che va dal 27 luglio al 24 agosto 2016) con l’eccezione dei casi permessi dal Consiglio Esecutivo del Comitato Olimpico Internazionale (che riguardano gli sponsor ufficiali del CIO, del CONI e della Squadra Olimpica Nazionale).

Secondo la “Rule 40” nessun concorrente, allenatore, coach o arbitro che partecipa ai Giochi Olimpici può permettere che la sua persona, nome, immagine o performance sportiva sia usata per scopi commerciali durante i Giochi Olimpici. La “Rule 40” si applica all’uso del nome e dell’immagine dell’atleta in tutte le forme di advertising, che sia stampa, tv, radio, digital, affissione, social, etc. ed è molto severa. In passato, il Comitato Olimpico Internazionale ha sempre permesso eccezioni alla “Rule 40” esclusivamente agli Sponsor Olimpici Ufficiali e ai detentori esclusivi dei diritti dei Giochi, concedendo di utilizzare gli atleti per scopi pubblicitari durante il Periodo dei Giochi Olimpici. In preparazione per Rio 2016, il Comitato Olimpico Internazionale ha adottato delle nuove linee guida per l’interpretazione della “Rule 40” e per questa edizione delle Olimpiadi le “Linee Guida del Comitato Olimpico Internazionale” che riconoscono, per la prima volta, che Partner non Olimpici possano mantenere on air campagne pubblicitarie generiche che utilizzino partecipanti anche durante il Periodo dei Giochi Olimpici, se la campagna non crea un’associazione diretta o indiretta con i Giochi e rispetta specifici criteri. Inoltre le nuove linee guida riconoscono che ogni Comitato Olimpico Nazionale ha potere decisionale sulle campagne che includono l’immagine dei partecipanti, relativamente al proprio territorio, in base alle leggi nazionali e agli standard del Comitato Olimpico Nazionale stesso, durante il Periodo dei Giochi.

La rassegna di campagna Nazionali ed Internazionali appartengono per lo più agli sponsor e Olimpic Partners ufficiali globali dell’evento, che rammento essere una manciata di aziende: Coca Cola, Atos, Bridgestone, Dow, GE, Mac Donald’s, Omega, Panasonic, P&G, Samsung e Visa. Tra questi mi sembri che spicchi per originalità il messaggio promosso nello spot P&G “La tua forza, la mia forza” in cui nel celebrare gli atleti del mondo ai Giochi Olimpici del 2016, non dimentichiamo la persona la cui forza li ha ispirati lungo la strada: la mamma. Scelta originale, ma non certo disinteressata dal momento che il principale target dei vari brands P&G sono proprio le donne madri di famiglia.

Campagna pubblicitaria Procter & Gamble istituzionale internazione (adattamento in lingua italiana)

https://www.youtube.com/watch?v=0az2vWugws8

Campagna pubblicitaria internazionale Gillette (brand Procter & Gamble)

https://www.youtube.com/watch?v=xRXfevLDZBc

Campagna pubblicitaria internazionale Samsung

https://www.youtube.com/watch?v=KE1myHdqlWM

Campagna pubblicitaria internazionale Omega (sponsor e official timekeeper delle Olimpiadi 2016)

Campagna pubblicitaria internazionale Coca Cola

https://www.youtube.com/watch?v=SW7Cuopu8No

Campagna pubblicitaria internazionale Bridgestone

Campagna pubblicitaria internazionale Visa

https://www.youtube.com/watch?v=wrAiclq3dw8

Campagna pubblicitaria internazionale McDonald’s

https://www.youtube.com/watch?v=PyOUAnv5jek

Campagna pubblicitaria internazionale web Atos

Campagna pubblicitaria internazionale Panasonic

https://www.youtube.com/watch?v=4eo1d0ONqQo

Ma quale strategia sarà più efficace per gli sponsor ufficiali e non ufficiali dei giochi olimpici?
Un aspetto che si nota in generale nelle campagna pubblicitarie degli sponsor ufficiali è il proliferare della presenza degli atleti, del resto è su questo che si fonda il loro vantaggio competitivo rispetto alle imprese non sponsor ufficiali che gli viene garantito dalla “Rule 40” (anche nella versione più permissiva di questa edizione delle olimpiadi).
Ciò però rende queste campagne pubblicitarie – per quanto siano di prodotti appartenenti a diverse categorie merceologiche – omologate e disorientati per il consumatore, proprio perché troppo simili tra loro, per non dire tutte uguali… Inoltre, la giustapposizione del logo ufficiale olimpico alla fine del commercial, invece di essere valorizzato, è quasi un orpello giustapposto inutilmente.
La maggior parte dei messaggi di queste aziende quindi si fondano su quello che gli americani chiamano la “star power” dell’atleta e nei loro appelli. Si rileva invece una maggiore versatilità creativa nei messaggi pubblicitari che appartengono ad aziende che promuovono federazioni nazionali o a campagne di aziende non sponsor ufficiali (in cui gli atleti non compaiono).

Trailer BBC Sport – Rio 2016 Olympic Games

Campagna pubblicitaria Nintendo “Mario & Sonic at the Rio 2016 Olympic Games”

https://www.youtube.com/watch?v=jWk3xOUra2g

Campagna pubblicitaria Nike “Champions aren’t born. They’re made”

Campagna Mini Rover U.S.A Olympic Games Rio 2016

https://www.youtube.com/watch?v=bNEivNHzhpg

In questi giorni anche nel nostri televisori e monitor abbiamo potuto assistere da parte di molte aziende alla celebrazione dei Giochi Olimpici a Rio 2016. Vodafone, Rai e UnipolSai hanno voluto augurare una buona sorte agli atleti italiani, puntando su campagne nate e veicolate sul solo territorio nazionale.

Campagna Vodafone nazionale – Olimpiadi Rio 2016

Campagna pubblicitaria nazionale UnipolSai – Olimpiadi Rio 2016

Trailer RAI  – Playlist vari trailer (Ciclismo, Nuoto sincronizzato, Scherma, Nazionali olimpiche) RAI Sport per Olimpiadi Rio 2016

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