Salute e benessere

Focus carcinoma mammario e le 10 regole per sconfiggere i tumori

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In tutta Italia ci si muove per trovare una soluzione, o almeno una cura, alla malattia che colpisce tante donne. Dal focus sul carcinoma mammario passiamo ad illustrare le novità in campo scientifico per la lotta ai tumori

Il carcinoma mammario è il tumore più diffuso fra le donne, con circa 48mila nuovi casi in Italia nel 2014. Ad affermarlo è Fabio Puglisi, professore di oncologia medica all’Università di Udine nel presentare la XII edizione del convegno “Focus sul carcinoma mammario: aggiornamenti basati sull’evidenza”. Il convegno, tenutosi il 5 e il 6 febbraio scorsi, è stato organizzato dall’ateneo friulano in collaborazione con l’Azienda ospedaliera universitaria udinese e con il centro di riferimento oncologico di Aviano. Tra i dati emersi il fatto – allarmante – che in Italia attualmente vivono oltre 500.000 donne cui è stato diagnosticato un carcinoma alla mammella: si tratta di una cifra impressionante, pari al 40% di tutte le diagnosi di tumore diagnosticate a una donna.

Cosa significa in termini di pericolosità della malattia? Che nel corso della vita una donna italiana ogni otto corre il rischio di ammalarsi di cancro alla mammella. Il rischio è più alto se la donna vive al Nord, dove l’incidenza è di 125 casi ogni 100mila. Segue il Centro Italia con 100 casi ogni 100mila e, per ultimo, il Sud e le Isole con 95 casi ogni 100mila.

Ma perché questa difformità? Risponde il prof. Puglisi: “la difformità è attribuibile alla diversa partecipazione ai programmi di prevenzione e in parte alla diversa esposizione ai fattori di rischio, fra cui obesità, scarsa attività fisica ed eccessivo consumo di zuccheri, grassi e alcool”.

Per aumentare le probabilità di guarigione occorrono una diagnosi accurata e l’innovazione nei percorsi terapeutici. Proprio questi sono i fatto che hanno portato alla diminuzione della mortalità osservata dalla fine degli anni Ottanta.

La lotta al tumore alla mammella nel Lazio

Ai giorni nostri sono molte le regioni che si sono attivate nella lotta al tumore alla mammella. Nel Lazio è appena partita la nuova rete oncologica. Il centro di senologia di questa regione svolge attività di diagnosi e cura ma anche di riabilitazione psicofisica delle donne colpite da questo male. Secondo il Presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, grazie a questa innovazione si può voltare pagina, perché le cure sono più veloci e tempestive.
La particolarità della rete dei Centri senologici (ognuno dei quali deve trattare almeno 150 nuovi casi l’anno) sta nella riunione funzionale di tutte le specialità coinvolte allo scopo di assicurare la multidisciplinarietà dell’assistenza: radiologia, anatomia patologica, oncologia medica, chirurgia senologica, medicina nucleare, fisioterapia, riabilitazione genetica medica, oncologica e psicologica.

Ogni centro di senologia è responsabile dell’intero percorso assistenziale e deve coordinarsi anche con il medico di base (di medicina generale) e con i nodi della Rete di Terapia del dolore.

Il Presidente Zingaretti spiega: “il Piano approvato crea una rete diffusa, qualificata, riconoscibile. Oggi il sistema assistenziale per questo tipo di patologia, invece, non è di facile accesso perché disarticolato e questo pesa ed ha pesato sulla vita delle donne del Lazio che spesso sono state lasciate sole di fronte al male. Con la nuova rete puntiamo a cambiare passo: dare loro cure migliori con maggiore tempestività, per creare speranza e porre un argine alla solitudine”.

La lotta contro i tumori alla mammella dell’Aquila

Anche in Abruzzo ci si è attivati e la ASL dell’Aquila ha deciso di abbatterei tempi di attesa delle donne che devono effettuare una mammografia (strumento di prevenzione principe nella lotta al cancro alla mammella) raddoppiando i turni pomeridiani dei propri addetti.

Il piano della ASL provinciale dell’Aquila è scattato dal 2 febbraio. La strategia è stata messa a punto dalla referente dello Screening del tumore al seno, Antonietta Ciccozzi, e dalla responsabile dello Screening aziendale, Alisia Macerola. Essa consiste nel far confluire parte degli esami prenotati al CUP (svolti di mattina in orario di lavoro ordinario) nell’attività di screening (svolta il pomeriggio con orario distinto) che viene così potenziata con prestazioni di lavoro aggiuntive. In questo modo le attese saranno molto più brevi, considerando che il tempo nei casi di cancro è decisivo.
L’importanza dell’iniziativa è data dai numeri: nell’ASL aquilana c’è un numero molto alto di donne che devono effettuare una diagnostica senologica, paria circa 45 a seduta pomeridiana.
Non sarà solo l’ASL dell’Aquila a portare avanti questo progetto, ma esso verrà gradualmente esteso a tutte le aree della provincia fino ad arrivare a visitare 40.000 donne entro i prossimi due anni.

E in Friuli Venezia Giulia

Lo screening è lo strumento essenziale per aiutare i medici a diagnosticare e trattare tempestivamente le lesioni pre-tumorali o i tumori in fase precoce. Per questo la Regione Friuli Venezia Giulia ha attivato tutti gli screening oncologici raccomandati a livello internazionale per i tumori che colpiscono le donne: cancro della mammella, del collo dell’utero e del colon-retto.
Tutte le donne dai 25 anni in su devono partecipare ai programmi per il carcinoma del collo dell’utero, sottoponendosi periodicamente al Pap-Test.
Tutte le donne sopra i 50 anni devono partecipare ai programmi di screening per il carcinoma mammario (mammografia).
Donne e uomini con più di 50 anni devono poi sottoporsi ai programmi di screening per il cancro del colon-retto.

Le 10 Regole per sconfiggere i tumori

Gli oncologi dell’AIOM (Associazione italiana oncologia medica) lanciano le 10 regole per prevenire i tumori e per sconfiggerli. L’arma vincente contro il cancro è la prevenzione ma ci sono regole semplici per realizzarla.
Anzitutto bisogna comprendere la pericolosità di questo male, perché ogni anno a più di 12 milioni di persone nel mondo viene diagnosticato un tumore e di queste ne muoiono ben 7,6 milioni.
Se non si prenderanno iniziative concrete, si stima che si arriverà a 26 milioni di nuovi casi e a 17 milioni di morti entro il 2030. In Italia i decessi per cancro sono in calo (in 20 anni, dal 1996 al 2014 si parla del 18% in meno per gli uomini ma del 10% in meno per le donne) però il numero di nuovi casi di cancro è stabile (nel 2014 365.500 casi) il che significa che, seppure si muore di meno, la malattia continua comunque a colpire. E non si tratta di una passeggiata curarla.
Il fattore di rischio più importante è il fumo di sigaretta. A dirlo è il Presidente dell’AIOM, Carmine Pinto che avverte: “risulta ancora troppo diffuso: un terzo degli italiani sotto i 35 anni di età, dunque parliamo dei giovani, è tabagista”.
Ecco dunque che smettere di fumare è la prima delle 10 regole per sconfiggere il cancro. Dieci regole semplici, da applicare nella quotidianità:

  1. Non fumare. Se fumi, smetti di fumare. Se non riesci a smettere, non fumare in presenza di non-fumatori. 
  2. Riduci il grasso corporeo (cercando di mantenere un Bmi compreso tra 21-23). 
  3. Fai attività fisica (almeno mezz’ora al giorno di attività fisica moderata, es. camminata veloce). 
  4. Limita i cibi ipercalorici ed evita le bevande zuccherate. 
  5. Riduci il consumo di carni rosse (massimo 500 g a settimana) ed evita gli insaccati. 
  6. Limita il consumo di alcool (massimo due bicchieri di vino o di birra al dì). 
  7. Mangia almeno cinque porzioni al dì di frutta e verdura. 
  8. Evita l’eccessiva esposizione al sole. 
  9. Rivolgiti tempestivamente al medico in caso di sospetto (ad esempio se noti un nodulo nel seno, una ulcerazione cutanea che non si rimargina, un neo che cambia forma o colore, la presenza di sangue nelle feci, perdita di peso). 
  10. Partecipa ai programmi di screening (donne sopra i 25 anni: carcinoma della cervice; donne e uomini sopra i 50 anni: carcinoma del colon; donne sopra i 50 anni: carcinoma della mammella).

L’attività fisica contro il cancro delle donne

Numerosi studi dimostrano che l’esercizio fisico riduce l’insorgenza dei tumori tipicamente femminili, come quello alla mammella e all’utero e al colon-retto. Inoltre, l’attività fisica riduce il rischio di recidiva e di mortalità successivi alla diagnosi e alla terapia.
Non occorre svolgere un’attività fisica pesante, poiché ne bastano 2 o 3 ore la settimana.

Prevenire l’insorgenza di tumori con la corretta alimentazione

Le cattive abitudini alimentari (e l’obesità) sono responsabili dell’insorgenza del 15-35% dei tumori.
Il rischio di tumore all’apparato digerente, ai polmoni, alla prostata e al pancreas diminuisce se si consuma tanta frutta e verdura. A renderlo noto è l’Istituto tumori Cro di Aviano che spiega il motivo: frutta e verdura sono ricche di vitamine, fibre e sostanze antiossidanti che riducono l’effetto nocivo dei radicali liberi. Occorre assumere almeno 5 porzioni al giorno di frutta e verdura. Senza dimenticare i cereali, che – per il loro elevato contenuto di fibre – esercitano un effetto di protezione nei confronti del colon-retto.

I rischi di contrarre il tumore dell’apparato digerente invece aumenta con il consumo di carni rosse, insaccati e grassi. Questi alimenti andrebbero sostituiti con pesce e carni bianche.
Non bisogna poi dimenticare l’apporto anti-tumorale dei legumi e degli alimenti integrali.

A Milano corsi di dieta sostenibile anti cancro

“La durata della vita e l’incidenza delle malattie sono influenzati da alcuni geni, su cui il cibo può agire”. A dirlo è il direttore della ricerca e responsabile di Smartfood dello IEO (Istituto Europeo di Oncologia) di Milano, Pier Giuseppe Pelicci.
Smartfood è il nome dato al progetto di ricerca in Scienza della Nutrizione e Comunicazione sui fattori protettivi della dieta per un nuovo approccio nutrizionale alla prevenzione. Il progetto impegna ricercatori, nutrizionisti e medici in una stessa direzione: selezionare cibi protettivi per la salute e comunicare i risultati della scienza in ambito nutrizionale. Lo scopo del progetto SmartFood è sviluppare e coordinare interventi a diversi livelli:
– Attività di Ricerca, volta ad individuare i principi attivi contenuti negli alimenti di origine vegetale e valutarne gli effetti sulla salute attraverso studi di intervento nutrizionale paralleli ad attività di laboratorio (programma SmartFood).
– Comunicazione Scientifica, con il fine di promuovere la salute attraverso la divulgazione di strumenti pratici per adattare le informazioni che si ottengono dalla ricerca scientifica al modello di alimentazione quotidiana.

L’iniziativa prevede anche l’insegnamento diretto soprattutto alle donne del mangiare sano. Soprattutto alle donne perché la loro salute è più a rischio rispetto a quella degli uomini. Secondo gli ultimi dati del Ministero della Salute infatti anche se la speranza di vita delle italiane è pari in media a 84,4 anni mentre quella degli uomini è più bassa (79,2 anni) la qualità della vita è completamente differente. Di buona salute godono il 75% degli uomini e solo il 67% delle donne.

I maschi stanno meglio in generale ma soprattutto hanno meno malattie croniche. In Italia infatti quasi una donna su 4 soffre di almeno due patologie croniche. Lucilla Titta, coordinatrice di Smartfood speiga: “attraverso una dieta equilibrata l’organismo riceve, oltre a un apporto ottimale di nutrienti, anche sostanze che svolgono un ruolo protettivo o preventivo nei confronti di malattie cronico-degenerative e dell’obesità. Questa, a sua volta, è un fattore di rischio per lo sviluppo di patologie cardiovascolari, tumori e diabete”.
Siccome gli uomini soffrono di patologie cronica solo nel 16% dei casi mentre le donne nel 24% si nota “l’importanza di promuovere una maggiore consapevolezza sociale e individuale” aggiunge la nutrizionista Francesca Ghelfi.

Lo IEO ha predisposto un opuscolo che alleghiamo all’articolo che spiega esattamente quali sono le regole da seguire per vivere in salute e prevenire le malattie oncologiche. Uno strumento indispensabile.

(D.M.)

pdf Scarica le linee guida sulla nutrizione anti-tumore

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